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L'Attaccamento Disorganizzato

2024-07-12 02:02

Mirella Baldi

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L'Attaccamento Disorganizzato

Il termine Attaccamento identifica la propensione innata a ricercare la vicinanza protettiva di un membro della propria specie. È un sistema presente

Il termine Attaccamento identifica la propensione innata a ricercare la vicinanza protettiva di un membro della propria specie. È un sistema presente e attivo per tutta la vita che opera con maggiore intensità quando ci si sente spaventati, affaticati o malati, quando cresce il senso di vulnerabilità percepito. Per questo motivo nella prima infanzia l’attivazione del sistema è evidentemente più visibile. 

 

I bambini con Attaccamento Sicuro nutrono aspettative di sicurezza nel ricevere protezione nel pericolo e conforto nel dolore. I bambini con Attaccamento Insicuro sono invece riusciti a sviluppare delle strategie ben organizzate e coerenti per rispondere alla loro insicurezza nel ricevere conforto e cura. I bambini con Attaccamento Disorganizzato, al contrario, sono impossibilitati a farlo, perché vivono un complicato paradosso: il loro grande dilemma è quello di non sapere se avvicinarsi o allontanarsi dalla Figura di Attaccamento – FDA; all’attivazione del loro sistema dell’Attaccamento quello che si osserva sono modelli e manifestazioni comportamentali contraddittori, movimenti ed espressioni mal direzionate, incomplete e interrotte, movimenti stereotipati, posture anomale, immobilizzazione, espressione amimica o rallentata. Un bambino che sperimenta la Disorganizzazione nella prima infanzia può sviluppare in epoca pre-scolare comportamenti di tipo controllante verso il genitore, di tipo punitivo o accudente, attivando il sistema di Rango o di Accudimento in sostituzione a quello di Attaccamento.

 

I fattori di rischio individuali (es. la presenza di particolari polimorfismi genetici che inducono una forte sensibilità al distress) in assenza di particolari pratiche di accudimento del caregiver non sembrano poter condurre in maniera diretta alla Disorganizzazione dell’Attaccamento.

 

Il maltrattamento e l’abuso, nelle loro varie declinazioni (es. fisico, psicologico), sono associati ad incrementi significativi nell’incidenza di modelli di Attaccamento Disorganizzato nella prima infanzia. In questi casi la relazione è chiaramente impostata sulla tematica della paura. Tuttavia anche nelle famiglie a basso rischio una sostanziale proporzione di bambini (stimata intorno al 20 %) non riesce ad organizzare il proprio comportamento di Attaccamento secondo uno stile coerente. In questi casi la ricerca ha evidenziato una forte associazione tra traumi e lutti irrisolti nel genitore (c.d. ”Genitore Spaventato/Spaventante”) e la Disorganizzazione nel bambino. Nei casi in cui il genitore non è una reale fonte di pericolo la Disorganizzazione è quindi un effetto sulla seconda generazione del trauma o del lutto non risolto vissuto, in passato, dal genitore. Il Genitore Spaventato/Spaventante è assorbito e spaventato dalle proprie memorie dolorose irrisolte. E’ spaventante, perché il bambino coglie la sua paura latente e reagisce a tale paura spaventandosi a sua volta. Il comportamento della FDA Spaventata/Spaventante avviene spontaneamente e per impulso interno e trae origine da pensieri o da eventi/oggetti presenti nell’ambiente che vengono associati alle proprie esperienze traumatiche. Si crea così nel bambino un conflitto irrisolvibile fra due sistemi motivazionali innati: il sistema dell’Attaccamento, che lo spinge a cercare la vicinanza protettiva della FDA ogni volta che si trova in pericolo, e il sistema Difensivo, più arcaico, che lo spinge a fuggire o ad immobilizzarsi di fronte alla paura del genitore. E’ importante sottolineare che il comportamento Spaventato/Spaventante del genitore può non tradursi in forme dirette di maltrattamento o abuso, pur avendo conseguenze altrettanto importanti. Tali ipotesi (Main & Hesse, 1992) sono state ampliate e riformulate da Lyons-Ruth, Bronfman e Atwood (1999), autrici che si sono concentrate sugli aspetti intersoggettivi che vengono messi in atto fra genitori e figli quando il genitore è segnato dal trauma: i loro studi hanno evidenziato la presenza di processi relazionali disregolati non reciproci, caratterizzati da ostilità o impotenza. 

 

Nel corso del tempo gli studi sull’Attaccamento Disorganizzato hanno assunto particolare rilievo perché è stata messa in luce una certa relazione fra Disorganizzazione ed esiti psicopatologici in età adulta. Le alterazioni neurobiologiche e psicologiche indotte dalla Disorganizzazione, in combinazione con altri fattori e in base alle diverse esperienze di vita, possono tradursi in diverse forme cliniche e sub-cliniche. Alcuni autori hanno inoltre avanzato l’ipotesi per cui gli stati dissociativi indotti dalla rottura dei processi intersoggettivi deputati alla costruzione di un Sé equilibrato, coerente e costante potrebbero costituire il nucleo centrale dei Disturbi Dissociativi e del Disturbo Borderline di Personalità.


 

 

Autore: Mirella Baldi


 


RIFERIMENTI
 

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Barone, L.; Lionetti, F. (2013). Quando l'attaccamento si disorganizza. Indicatori e fattori di rischio dell'esperienza traumatica nel ciclo di vita. Bologna: Il Mulino.

Di Noia, M.A. (2009). Disorganizzazione dell'attaccamento. Implicazioni cliniche in età adulta. psicoterapeuti in-formazione, 3.

Liotti, G. (1992). Disorganized/Disoriented Attachment in the etiology of the dissociative disorders. Dissociation, 5, 196-204.

Liotti, G. (2001). Le opere della coscienza: psicopatologia e psicoterapia nella prospettiva cognitivo-evoluzionista. Milano: Raffaello Cortina Editore.

Liotti, G. (2005a). Trauma e dissociazione alla luce della teoria dell'attaccamento. Atque, 107-126.

Liotti, G. (2005b). La dimensione interpersonale della coscienza. Roma: Carocci.

Liotti, G.; Farina, B. (2011). Dimensione dissociativa e trauma dello sviluppo. Cognitivismo Clinico, 3-17.

Lyons-Ruth, K.; Bronfman, E.; Atwood, G. (1999). A relational diathesis model of hostile-helpless states of mind: expression in mother-infant interaction. In J. Solomon, & C. George, Disorganization of Attachment. New York: Guilford Press.

Lyons-Ruth, K.; Jacobvitz, D. (1999). Attachment disorganization: unresolved loss, relational violence and lapses in behavioral and attentional strategies. In J. Cassidy, & P. Shaver, Handbook of attachment. New York: Guilford Press.

Main, M.; Hesse, E. (1990). Parents unresolved traumatic experience are related to infant disorganized attachment status: is frightened and /or frightening parental behavior the linking mechanism? In M. Greenberg, D. Cicchetti, & E. Cummings, Attachment in the preschool years (p. 161-182). Chicago: Chicago University Press.

Main, M.; Hesse, E. (1992). Attaccamento disorganizzato/disorientato nell'infanzia e stati mentali dissociati dei genitori. In M. Ammaniti, & D. Stern, Attaccamento e psicoanalisi. Roma: Laterza.

Ogawa, J., Sroufe, L., Weinfield, N., Carlson, E., & Egeland, B. (1997). Development and fragmented self: longitudinal study of dissociative symptomatology in a nonclinical sample. Development and Psychopathology, 9, 955-879.

Pasquini, P., Liotti, G. & The Italian Group for Study of Dissociation. (2002). Risk Factors in the Early Family Life of Patients Suffering from Dissociative Disorder. Acta Psychiatrica Scandinavica, 105, 110-116.

Solomon, J., & George, C. (2011). Disorganization of maternal caregiving across two generations: the origins of caregiving helplessness. In J. Solomon, & C. George, Disorganization of Attachment and Caregiving . New York: Guilford Press.

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I contenuti pubblicati hanno scopo esclusivamente informativo. Non possono e non devono essere in alcun modo utilizzati per porre diagnosi né possono sostituire il consulto con uno specialista regolarmente abilitato all'esercizio della professione (medico, psicologo, psicoterapeuta, etc). 

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