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Il sistema dello stress nella vita perinatale

2024-09-07 09:21

Mirella Baldi

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Il sistema dello stress nella vita perinatale

Come suggerisce J.Bowlby, padre della Teoria dell’Attaccamento, i bambini plasmano le loro capacità di rispondere allo stress attraverso l’interazione

Come suggerisce J.Bowlby, padre della Teoria dell’Attaccamento, i bambini plasmano le loro capacità di rispondere allo stress attraverso l’interazione con la mamma. Tale tesi è ampiamente confermata dagli studi che pongono in relazione le caratteristiche delle cure materne e pattern individuali di reattività allo stress. 

 

La possibilità di percepire le relazioni inizia già nella vita intra-uterina così come la capacità di rispondere attivamente allo stress. La ricerca ci mostra che dalla sedicesima settimana di gestazione la risposta allo stress del feto è già completamente presente. In condizione di stress materno i livelli di glucocorticoidi aumentano ma la placenta è in grado di bloccare il loro trasporto al feto in modo da proteggerlo. Tra la diciottesima e la quarantesima settimana di gestazione tuttavia questo sistema di protezione va gradualmente a ridursi per integrarsi con fattori protettivi di tipo relazionale. Un esempio è la calma indotta dal tono di voce della mamma. A quattro mesi di gestazione l’orecchio è già formato e già dal secondo trimestre è possibile osservare una risposta del feto al tono di voce materno. Già nella vita intrauterina vengono dunque gettate le basi della regolazione interpersonale per cui madre e bambino costituiscono un’unica entità integrata dotata di una propria sincronia di protezione dallo stress. 

 

Gli agenti stressanti a cui è esposta la donna in stato interessante possono avere diversa portata; in condizioni normali i livelli di stress a cui la donna è generalmente esposta non producono conseguenze considerevoli poiché, il sistema appena descritto, è sufficiente a proteggere la prole. La situazione è diversa in caso di lunghi periodi di stress o di eventi avversi che si verificano in concomitanza di periodi critici dello sviluppo del feto. In queste evenienze anche il piccolo potrebbe risentirne e mostrare alterazioni nella biochimica cerebrale necessaria al suo sviluppo. Anche se nella fase prenatale il bambino è perfettamente in grado di mettere in atto una risposta allo stress, il sistema interno di regolazione di questa risposta (Asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrene - HPA) non è ancora giunto a maturazione. Il suo sviluppo giunge a compimento nel primo anno di vita, passando da una forte reattività del primo mese, ad una scarsissima reattività fino all’anno; una difesa questa che la natura mette in atto per proteggere un cervello ancora in via di sviluppo ed estremamente sensibile al distress. 

 

Sarà allora nella relazione di attaccamento che verrà calibrato il sistema di regolazione della risposta allo stress del piccolo; sarà nell’interazione con la madre che verrà definita la maniera in cui verranno secreti gli ormoni dello stress ogniqualvolta l’individuo si troverà a fronteggiare situazioni difficili nell’arco della sua vita. Il contenimento e la sincronizzazione materna che vengono vissuti nella relazione primaria nel primo anno di vita hanno dunque una funzione di regolazione sia da un punto vista psicologico (promuovendo lo sviluppo di modelli operativi interni che veicolano aspettative sul sè, sulla figura di attaccamento, e sulle relazioni) ma anche psicofisiologico, modulando l’equilibrio dei sistemi biochimici dell’organismo del nuovo nato. 

 

Il cervello infantile è un cervello in via di sviluppo che viene plasmato dalle esperienze significative di vita per cui gli stati diventano tratti di una personalità in divenire.

 

 

 

Autore: Mirella Baldi


 

 

RIFERIMENTI

 

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I contenuti pubblicati hanno scopo esclusivamente informativo. Non possono e non devono essere in alcun modo utilizzati per porre diagnosi né possono sostituire il consulto con uno specialista regolarmente abilitato all'esercizio della professione (medico, psicologo, psicoterapeuta, etc). 

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