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Attacchi di Panico, Disturbo di Panico e Agorafobia

2024-10-09 13:26

Mirella Baldi

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Attacchi di Panico, Disturbo di Panico e Agorafobia

L’Attacco di Panico è caratterizzato dall’improvvisa comparsa di paura/disagio intenso che raggiunge il picco nel giro di pochi minuti. In questo arco

L’Attacco di Panico è caratterizzato dall’improvvisa comparsa di paura/disagio intenso che raggiunge il picco nel giro di pochi minuti. In questo arco temporale si manifestano i sintomi tipici del panico, per lo più fisici (es. palpitazioni, sudorazione, sensazione di soffocamento) ed eventualmente anche cognitivi (es. paura di morire). Questo può essere scatenato da eventi attesi o situazionali o presentarsi in momenti in cui si è apparentemente rilassati, in assenza di evidenti elementi scatenanti. Un esempio emblematico di quest’ultima tipologia è l’attacco di panico notturno.  


Il Disturbo di Panico è dato dalla presenza di ricorrenti attacchi di panico inaspettati, per cui il soggetto sperimenta preoccupazione persistente rispetto alla possibilità che possa insorgere un nuovo attacco (o per le sue conseguenze). Alternativamente o contemporaneamente può mettere in atto comportamenti disadattivi per scongiurare la possibilità che possa effettivamente presentarsi.  

 

Con il Disturbo di Panico può essere presente in comorbidità la c.d. Agorafobia: Paura/Ansia marcate legate al pensiero che possa essere difficile fuggire o che non sia possibile ricevere soccorso nel caso si sviluppino sintomi del panico in situazioni specifiche (es. il trovarsi in ambienti aperti o chiusi, essere in fila, tra la folla, fuori di casa da soli). Queste situazioni provocano quasi sempre paura o ansia per cui l’individuo o le evita attivamente o richiede la presenza di un accompagnatore o, se le sopporta, lo fa con grande disagio. L’Agorafobia è un disturbo indipendente, che può presentarsi anche in assenza del Disturbo di Panico, qualora la paura/ansia fosse legata ad altri sintomi invalidanti o imbarazzanti che si teme possano presentarsi nelle medesime situazioni. 

 

Nei bambini gli Attacchi di Panico non sono comuni; mediamente insorgono nella prima età adulta. Anche il Disturbo di Panico ha la stessa età media di insorgenza; l’esordio dopo i 45 anni, anche se possibile, è raro. Se il Disturbo non viene trattato ha generalmente un decorso cronico con oscillazioni sintomatologiche che variano da individuo a individuo. Le donne sono più colpite rispetto agli uomini.  

 

La predisposizione temperamentale ad esperire emozioni negative e la sensibilità all’ansia sono fattori di rischio sia per l’insorgenza dell’Attacco di Panico che per il Disturbo di Panico. Anche il fumo di sigaretta lo è per entrambi. Molti individui riferiscono di aver vissuto eventi stressanti nei mesi precedenti l’esordio del primo attacco di panico. Si pensa che nel Disturbo di Panico esista una componente di tipo genetico che possa conferire una certa vulnerabilità alla malattia mentre fra tutte le fobie l’Agorafobia sembra quella con la più alta e forte associazione con la genetica.  


Il Disturbo di Panico è frequentemente presente in comorbidità con altre condizioni psicopatologiche (Es. altri Disturbi d’Ansia, Depressione Maggiore, Disturbo Bipolare). In un sottogruppo di soggetti con Disturbo di Panico, l'insorgenza di un Disturbo correlato all'uso di sostanze, quali alcool, droghe o farmaci, è la risultante di un tentativo di auto-medicazione al quale il soggetto ricorre per cercare sollievo dalla sintomatologia del panico. In realtà è stato visto che l’uso di determinate sostanze (es. marijuana, cocaina) ha invece implicazioni sull’insorgenza del Disturbo. Altre comorbiditá riguardano sintomi e condizioni mediche generali (es. asma, sindrome dell’intestino irritabile, aritmie cardiache) la cui natura della loro associazione é ad oggi ancora oggetto di studio.  


Il Disturbo di Panico può interferire significativamente con la Qualità della Vita (QoL) di chi ne è affetto a causa dell’andamento, generalmente cronico, della possibilità di recidive, della possibile riduzione dell’autonomia individuale e a causa dello strutturarsi delle condotte di evitamento. Alcuni autori hanno valutato la QoL di questi pazienti considerandola paragonabile a quella di soggetti affetti da altre patologie croniche internistiche come l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, la cardiopatia ischemica, l’artrite, le malattie polmonari croniche o a quella di pazienti affetti da depressione maggiore.


 

 

Autore: Mirella Baldi


 

 

 

 

RIFERIMENTI

 

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I contenuti pubblicati hanno scopo esclusivamente informativo. Non possono e non devono essere in alcun modo utilizzati per porre diagnosi né possono sostituire il consulto con uno specialista regolarmente abilitato all'esercizio della professione (medico, psicologo, psicoterapeuta, etc). 

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